Dalle unghie ai sex toys: Harry Styles ci vorrebbe vibrare tuttə con stile




Dopo gli smalti da 20 euro e le t-shirt che sembrano recuperate da un mercatino vintage a Notting Hill, Harry Styles ci regala l’ennesima "rivoluzione": un sex toy firmato da lui. 

Harry Styles, l’ex bambino prodigio dei One Direction riciclato in santino genderfluid da boutique, lancia la sua linea di sex toys "Pleasing Yourself". E non si fa mancare niente: vibratore elegante, lubrificante vellutato, messaggi di body positivity scritti da un team marketing che sicuramente ha fatto almeno tre workshop di yoga tantrico su Zoom.

Il tutto venduto come liberazione dei sensi, abbattimento dei tabù e rivoluzione del piacere. Ma spoiler: sembra l'ennesima operazione da queerbaiting ben confezionata che una rivoluzione vera.


“Please Yourself Like You Mean It”… ovvero: goditi il piacere, ma pagalo prima su Klarna


Il sex toy in questione è un vibratore da 68 dollari. Due motori, sette velocità, design minimal, e una collaborazione con Zoë Ligon, sex educator americana  (e davvero competente, per una volta). Nulla da dire sul prodotto in sé, ma il punto è: serve davvero Harry Styles per legittimare il piacere sessuale?

Certo, Harry è libero di vendere vibratori anche se non se li infila personalmente (nessuno pretende che ci faccia un unboxing su Instagram). Ma viene da chiedersi: è inclusività o solo brand positioning?

Perché tutta quest’estetica da manifesto queer se poi il prodotto, nei fatti, parla a un pubblico molto femminile, molto bianco e molto Instagrammabile?

Se Pleasing Yourself è davvero per tuttə, perché non dirlo esplicitamente, senza restare nel limbo delle suggestioni? O siamo davanti all’ennesimo caso di fluidità estetica a scopo di vendita, dove si flirta col queer quanto basta per guadagnare senza perdere i clienti etero?


Il lubrificante per tutti… purché paghi


Secondo protagonista del lancio: un lubrificante al silicone da 25 dollari, descritto come "ultra vellutato". FDA approved, certo. Ma anche qui: più che trasgressione, sembra un’orgia organizzata in una showroom di Muji con la colonna sonora di Billie Eilish.
Qui non si sta scardinando nulla. Si sta solo rendendo l’autoerotismo instagrammabile.


Marketing fluido, vendite solide


Styles è la prima celebrità maschile a firmare una linea di sex toys, ci tengono a precisarlo
Ha collaborato con Planned Parenthood, applausi. 
Ma resta quella sensazione di déjà-vu patinato: Tutto bello, tutto woke, tutto safe… ma alla fine c'è più posing che orgasmo.

Harry Styles che parla di piacere senza sporcarsi davvero le mani è un po’ come un vegano che apre una steakhouse. Il prodotto può anche essere valido, ma resta la sensazione che si cavalchi un’estetica queer senza mai viverla davvero.

Se vuoi comprare il vibratore di Harry Styles, fallo. Magari ti cambia la vita.
Ma non credere che quel design pastello e quelle parole zuccherose stiano cambiando il mondo.
Al massimo, stanno cambiando il saldo della tua carta di credito.