Dai culi in faccia al nudo frontale: “Boy Crazy” di Kesha è come un’orgia glitterata NSFW


Kesha è tornata ed è il ritorno più zozzo e divertente che potessimo chiedere. Con Boy Crazy si lancia in un’orgia visiva di uomini seminudi, delirio queer e assurdità estetica. 

In un panorama pop che spesso preferisce giocare sul sicuro, Kesha sgancia una bomba NSFW che puzza di poppers, lubrificante e pura follia queer. Roba che può partorire solo la gran sacerdotessa del vomito di glitter.

Diretto da Kesha, Brett Loudermilk e Zain Curtis, il video di "Boy Crazy" si apre con la nostra amata regina del caos che presiede un banchetto circondata da uomini a torso nudo di ogni "gusto" immaginabile: twinks, daddies, muscolosi, tipi pierciati... e forse anche il tuo. Poi, le cose si fanno gloriosamente incasinate.

Cavalca un uomo come un pony umano passando per scenari che mescolano il glamour vecchio stile con la depravazione dei cartoni animati per adulti. Un momento fuma da un bocchino in un'auto d'epoca, quello dopo sopporta passivamente un uomo che le fa twerking col culo in faccia. E a proposito di ragazzi... ci si chiede legittimamente se il casting per questo video sia stato fatto su Grindr!

Perché diciamocelo: tra i vecchietti che si baciano appassionatamente, il ragazzo con il sedere in faccia a Kesha (lei, iconica, imperturbabile) e la sua face card sempre vincente, qui c’è da vivere di rendita.

"Da Berlino a Bombay, da New York a L.A./ Da Tokyo a Tahoe, i ragazzi sono la mia cocaina", canta su beat elettropop che richiamano la sua era "Blow" con un tocco più squallido e queer. "Motociclisti e fratelli tonti, daddies e "gym hoes"/ Mi aggirerò come una gattina, voglio prendervi tutti da soli".
Un manifesto da festa al 100% Kesha: poco seria, senza filtri e sfacciatamente arrapata.

A unirsi a lei in questa cavalcata selvaggia c'è un glorioso ensemble di modelli, ballerini, pornostar e pilastri della vita notturna, tra cui Horsegurl3000, Bonavega, Mark Daftari, Brooks Ginnan, D'Mahdnes Lavaughn e Steffon Palmer. La loro presenza non è un semplice contorno: è una strizzata d'occhio voluta a quella scena queer sporca, libera e fuori controllo che ha nutrito lo spirito di Kesha ben prima di ogni contratto discografico.

La ragazza che una volta si lavava i denti con una bottiglia di Jack ora si sta versando lo champagne della sua stessa etichetta. E si è portata dietro un plotone di uomini mezzi nudi per aiutarla a berlo.

Se cercate la sottigliezza, cercate altrove. Ma se volete energia da drag, assurdità dadaista e una colonna sonora per il vostro afterparty del Pride, Kesha ve l'ha appena servita calda

"Boy Crazy" non è qui per adattarsi a nessuna narrativa pop igienizzata o per compiacere gli dei dell'algoritmo. È disordinato, sexy e aggressivamente poco serio. Kesha non ci ha solo dato un successo; ci ha dato un esorcismo di vergogna intriso di glitter, una comunione caotica di desiderio.

E non è finita qui: questa follia è anche un'affermazione d'intenti. 'Boy Crazy' è ben più di un semplice eye candy per i gay: è un vero e proprio atto di forza. Segna una nuova tappa nella rinascita di Kesha dopo l’era delle major, con Period - in uscita il 4 luglio via Kesha Records, la sua etichetta indipendente lanciata nel 2024.

Dopo anni di battaglie legali e traumi nel settore, Kesha sta finalmente facendo musica alle sue condizioni. E si vede. In questo rodeo delirio, Kesha è la madre. E oggi allatta tutti.